Dolcetto
sin.
Ormeasco, dolsin, dolsin nero.
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Storia:
La prima citazione scritta di questo vitigno risale precisamente al 1593. Il testo che ne riporta il nome è un documento, conservato presso l'archivio comunale di Dogliani. Si tratta di un'ingiunzione riguardante l'inizio della vendemmia :
“Niuno ardischi al di qua della festa di San Matteo vendemmiare le uve et se qualcheduno per necessità od altra causa dovrà vendemiar qualche Dozzetti o altre uve serà tenuto prender licenza dal deputato.”
Nel 1700, il marchese Barnaba Centurione mandò del Dolcetto in dono al re d'Inghilterra Giorgio II e ne ricevette “lodi grandi”. Nei dialetti delle zone di coltivazione di questo vitigno sono tuttora in uso i nomi duzet e duset.
dell'Accademia Italiana della Vite e del Vino, Siena |
Diffusione:
Oggi è ampiamente coltivato nelle province di Cuneo (Langhe e circondario di Ormea), di Asti (Colli del Monferrato) e di Alessandria (circondario di Acqui e di Ovada, Tortonese), ma anche nell'area pedemontana ed alpina piemontese, in virtù della sua precocità di maturazione.
Deve il suo nome alla particolare dolcezza della sua polpa, mentre i vini si presentano esclusivamente asciutti. |
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caratteristiche sensoriali del vino: da questo vitigno si ottiene un vino di colore rosso rubino, con intensi riflessi viola, dal profumo vinoso, fragrante con sentori dell'uva da cui prende origine con sentori di ciliegia e prugna, sapore secco, abbastanza fresco, di corpo, abbastanza equilibrato. |
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abbinamenti consigliati: minestre, asciutte e in brodo, primi piatti con salse saporite, arrosti di carni bianche, taglierini al sugo, agnolotti, salumi.
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