Verdiso
sin.
Verdisa, pedevenda, verdisco, verdisa grossa, verdisone.
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Storia:
Vitigno ad uva bianca diffuso specialmente nei dintorni di Conegliano. Il nome deriva dal colore verde degli acini. E' un vitigno autoctono della Pedemontana trevigiana, la cui esistenza documentata risale al XVII secolo: il suo impianto era infatti stato imposto ai coloni dell'Abbazia di Follina già nel 1688. Secondo l’opinione di Dalmasso, in uno scritto di G. B. Barpo (1634) si adombra la coeva presenza del Verdiso anche nel Bellunese.
Conosce il suo momento di maggiore diffusione e utilizzo nel corso del Settecento quando, a seguito della tremenda gelata del febbraio 1709, è ampiamente utilizzato per la ricostruzione viticola delle campagne del Veneto orientale in luogo di altre varietà meno produttive, come ricordato dalle cronache del Caronelli (1788). In seguito tutte le notizie sul vitigno riconducono alle colline di Conegliano, culla elettiva del Verdiso, dove lo si predilige per la capacità di apportare acidità e freschezza, nelle annate più calde, al Prosecco, vitigno con il quale viene solitamente assemblato.
Molon (1906) riportò dubitativamente una nota sull’esistenza di tre differenti varietà: il Verdiso Gentile, il Verdisone e il Verdisa Grossa che, come si è successivamente appurato con certezza, non erano biotipi differenti ma semplici fluttuazioni fenotipiche dovute all'ambiente. |
Diffusione:
E' diffuso soprattutto nel Trevigiano. |
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caratteristiche sensoriali del vino: da questo vitigno si ottiene un vino di colore giallo paglierino scarico con riflessi verdognoli dal bouquet delicato ma ampio, si riconosce il profumo di frutta tra cui mela verde, floreale, fresco, abbastanza sapido, in equilibrio con le altri componenti le quali ne consentono un'ottima bevibilità. |
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