Erbaluce
sin.
Albaluce, erbalus, bianc roustì, uva rustia, bianchera.
|
Storia:
Vitigno autoctono molto antico, la sua prima citazione risale addirittura intorno al 1600 grazie a G.B Croce. Originario per molti del Basso Monferrato, dove attualmente non vi è traccia di coltivazione, ma per altri, e molto probabilmente più veritiera, originario della fascia prealpina della provincia di Torino dove risulta maggiormente coltivato.
|
Diffusione:
L’Erbaluce è coltivato quasi esclusivamente nella provincia di Torino, con coltivazioni minori anche nel Biellese e Novarese. Il suo terroir ideale lo ha trovato nel Canavese precisamente nella zona del comune di Caluso, sempre in provincia di Torino. |
|
caratteristiche sensoriali del vino: da questo vitigno si ottiene un vino che nella tipologia secco si presenta cristallino, colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Al naso è un vino non molto intenso e abbastanza complesso, con profumi fruttati di frutta esotica come l’ananas e la nespola, floreali come i fiori di campo, e sentori non tanto marcati di erba tagliata, chiude con un finale leggermante amarognolo. Al gusto è un vino dove spicca una percettibile acidità, abbastanza sapido, ben sorretto da una buona dose di alcol che equilibria in parte le durezze gustative. Vino di corpo, intenso, abbastanza equilibrato, di buona persistenza e con qualità gustativa fine. |
|