Figura eclettica del Romanticismo italiano, Giuseppe Acerbi è stato un ampelografo senza dubbio originale.
Nasce a Castelgoffredo, in provincia di Mantova, e in questa cittadina finisce la sua vita, dopo un'esistenza ricca di avvenimenti e di avventure. Tra queste si deve ricordare una curiosa spedizione a Capo Nord, fatta nel 1879, cui fa seguire un ampio e scrupoloso resoconto che suscita la curiosità dei lettori dell'epoca e gli dà fama europea.
In seguito prova a intraprendere la carriera diplomatica, non senza incontrare grandi difficoltà causate dalle vicende politiche europee che hanno segnato il periodo storico tra Settecento e Ottocento. Nello stesso periodo asseconda la propensione per le attività letterarie e scientifiche. Più tardi - intorno al 1820 - inizia l'attività di ampelografo e riesce a costituire in breve tempo presso il podere di famiglia nei dintorni di Castelgoffredo una collezione di ben 1552 varietà di vite, di cui 619 presunte italiane, 400 di origine ungherese o di altri stati dell'impero asburgico e 503 provenienti dal resto dei paesi europei (Francia e penisola iberica in particolare).
Prima che le viti messe a dimora nella coltivazione arrivino a fruttificare (e pertanto prima che sia possibile descriverle in modo compiuto), nel 1823, pubblica un catalogo - dal titolo Delle viti italiane, ossia materiali per servire alla classificazione, monografia e sinonimia preceduti dal tentativo di una classificazione delle viti, stampato dall'Editore Silvestri di Milano - che le contempla tutte. Tre anni più tardi, mosso dal vitalismo che ha sempre caratterizzato la sua esistenza, lascia l'Italia per trasferirsi in Egitto con la carica di console generale austriaco. Abbandona così a se stessa la collezione insieme agli studi ampelografici, tanto che quando fa ritorno a Castelgoffredo, nel 1936, della collezione non si sa più nulla. Trascorre gli ultimi dieci anni di vita nel paese natale, dividendo il suo tempo tra la coltivazione del podere e la sistemazione delle numerosissime carte e dei volumi della biblioteca.